Il Radon è un gas nobile radioattivo naturalmente presente nel suolo, dal quale si diffonde con relativa facilità mescolandosi con altri gas presenti in atmosfera. Il Radon è classificato come uno dei 75 cancerogeni certi per l’uomo dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.

Nonostante stime recenti affermino che il gas
Radon contribuisca per il
55% della dose media annuale di
radiazione naturale di fondo cui un individuo è esposto, questi valori tipicamente presenti in
atmosfera non sono preoccupanti per la salute.
Diversa invece la situazione in cui il Radon si accumula in
ambienti confinati, in cui di media trascorriamo l’
85% della nostra giornata: si parla allora di
Radon Indoor.
L’
unità di misura della
concentrazione di Radon è il
Becquerel al metro cubo (Bq/m3); 1 Bq corrisponde ad una transizione nucleare al secondo.
La particolarità del fenomeno
Radon Indoor, rispetto alla situazione in cui il
gas Radon possa disperdersi liberamente in atmosfera, è la stretta e complessa
interazione con l’edificio nel quale il gas si può accumulare. Le
ripercussioni sulla
salute dell’uomo diventano
misurabili se la concentrazione supera la soglia dei
200 Bq/mc.
Il Radon può trovarsi in alte
concentrazioni ovunque, anche nelle
regioni in cui
il rischio è basso perché
dipende esclusivamente dal terreno sottostante l’edificio; se il nostro vicino ha effettuato delle misurazioni, queste non hanno alcun valore per il nostro edificio.
Seppur questo sito sia realizzato su un test dedotto da una statistica di
300 casi risolti dal Dott.
Alessandro Cornaggia, l’unico metodo per conoscere realmente il rischio associato al nostro edificio è la
misurazione su un lungo periodo; infatti ha
valore legale solo la misurazione della media annuale.
Qualora non si dovesse avere molto tempo a disposizione, come nel caso di una
compravendita o di una
relazione di idoneità, si consiglia di procedere con un il monitoraggio di almeno una settimana tramite strumentazione attiva.